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Disaster Recovery: l’imperativo strategico necessario in ogni realtà aziendale

2 Ottobre 2025

Il Disaster Recovery diventa strategia: l’importanza e l’imprescindibilità di pianificare un piano di Business Continuity in ogni realtà aziendale.

UN CONTESTO DIGITALE SEMPRE PIU’ VULNERABILE

In un panorama digitale sempre più interconnesso, le organizzazioni aziendali si confrontano quotidianamente con un’escalation rapida e mirata di minacce informatiche. Ad oggi non si può più parlare di attacchi isolati, ma attacchi diffusi che si propagano nella infrastruttura e capaci di causare danni significativi ad ogni tipo di azienda piccola o grande che sia.

Attacchi avanzati e con impatto elevato o estremamente elevato, ad esempio ransomware sono sempre più frequenti e nessuno ne è escluso. Di fronte ad interruzioni della continuità operativa, a volte causata anche da danni di natura ambientale o da errori umani la prevenzione non è sufficiente, per questo si parla di strategia.

Essere Cyber Resilienti non è più una scelta, ma una necessità. Adottare un processo che unisca prevenzione, rilevamento e recupero (RECOVER) il tutto per stabilire e garantire una stabilità operativa e al centro una capacità di ripristino nel momento di necessità. Le ultime conformità con i regolamenti in tema di NIS2, DORA e GDPR ad oggi rendono questo asset una priorità non negoziabile. Rispettare in modo proattivo questi standard non solo minimizza le pesanti sanzioni finanziarie, ma rafforza anche l’affidabilità con gli stakeholder, trasformando la conformità in un vantaggio strategico.

COSA S’INTENDE PER DISASTER RECOVERY (DR) e ANALIZZIAMO LA DIFFERENZA CON IL CONCETTO DI BUSINESS CONTINUITY

Per DR si intende la capacità di ripristinare l’intero ambiente IT di un’organizzazione aziendale, garantendone la corretta ripresa dei sistemi informatici e delle infrastrutture critiche dopo l’interruzione.

Il Disaster Recovery è il piano reattivo e specifico che ogni azienda attua per il ripristino dei suoi sistemi IT, a seguito di un disastro di varia natura. Il Disaster Recovery è una componente fondamentale all’interno di una più ampia strategia di Business Continuity, ovvero un processo strategico e operativo il cui obiettivo è garantire che le funzioni aziendali critiche continuino ad operare durante e dopo l’interruzione.

Disaster Recovery i vantaggi ottenibili per le imprese:

CONTINUITA’ OPERATIVA

Assicura che i processi critici rimangano funzionali e che i dati siano disponibili

RIDUZIONE DEI COSTI

Diminuisce i tempi di inattività e i costi associati (come le perdite di ricavi)

FIDUCIA DEI CLIENTI

Rafforza la fiducia nella capacità dell’organizzazione di proteggere i dati e mantenere l’affidabilità del servizio

MENTALITA’ E RESILIENZA: UN PASSO CHE PARTE PRIMA DALLE PERSONE

Raggiungere la Cyber Resilienza ed adottare un piano di Business Continuity non dipende solo dagli strumenti. Richiede una mentalità e una cultura incorporate nell’organizzazione, questo è un aspetto differenziante.

Sono cruciali processi ben definiti, esercitazioni regolari di risposta agli incidenti e una cultura di consapevolezza in cui i dipendenti sono la prima linea di difesa, quando la resilienza è trattata come una responsabilità condivisa, si trasforma da obiettivo astratto a pratica quotidiana.

METRICHE PER DETERMINARE L’INTERVENTO DEL DISASTER RECOVERY

Come detto in precedenza l’obiettivo principale dell’attività di Disaster Recovery (DR) è ripristinare le normali operazioni in seguito a una compromissione dei sistemi organizzativi. Il DR non viene attivato necessariamente dopo ogni incidente di sicurezza, ma solo nei casi di gravi interruzioni del servizio che impediscono l’accesso all’infrastruttura per un periodo prolungato. L’implementazione del DR è un’attività di bilanciamento, dove le esigenze di disponibilità dell’organizzazione devono essere soppesate rispetto ai costi associati alle attività di ripristino.

Per valutare l’impatto in caso di crisi possono essere utilizzate metriche cruciali che definiscono gli obiettivi e i tempi di recupero.

  • Recovery Point Objective (RPO): rappresenta la quantità massima di dati che l’azienda è disposta ad accettare di perdere in caso di interruzione, calcolata in termini di tempo dall’ultimo backup. Un RPO più breve implica backup più frequenti e meno perdita di dati.
  • Recovery Time Objective (RTO): rappresenta la durata accettabile di inattività di un sistema, un’applicazione o un processo prima che l’azienda subisca danni significativi. Il superamento del MTD porta a danni significativi, perciò l’RTO deve essere inferiore o uguale ad esso.
  • Maximum Tolerable Downtime (MTD): è il lasso di tempo per il quale un processo aziendale può essere inattivo senza causare danni significativi per l’organizzazione.

Per i sistemi mission-critical, l’obiettivo è raggiungere RPO e RTO pari o vicini allo zero, anche se ciò richiede investimenti maggiori.

IL COSTO DI NON ESSERE PREPARATI

Secondo il report del Clusit 2025, le interruzioni e gli incidenti di sicurezza hanno generato danni finanziari significativi per le organizzazioni.

  • Spese Impreviste: la conseguenza negativa principale degli attacchi è stata la necessità di affrontare spese impreviste per colmare le lacune della sicurezza, questa spesa è stata citata dal 45% dei partecipanti al sondaggio nel 2024, salendo al 53% per le grandi imprese (enterprise).
  • Danni Finanziari Rilevanti: un’organizzazione su sei (17%) stima di aver subito danni finanziari da incidenti informatici per almeno $50.000. Questa percentuale sale al 30% tra le grandi imprese.
  • Conseguenze su Business e Conformità: altri costi derivano dai danni al vantaggio competitivo dell’azienda (segnalati dal 21% delle grandi imprese), costi di conformità e legali.

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